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Il sangue non mente.

Dell’unico bisnonno che ho avuto la fortuna di conoscere, anche se ormai impossibilitato a intavolare anche brevi discorsi, fino a un paio di settimane fa sapevo che era nato in un paese vicino al mio; si era trasferito con la famiglia a Vieste verso i due anni; faceva il carbonaio rimanendo anche quindici giorni in campagna; quando tornava in paese festeggiava bevendo e offrendo da bere a tutti i presenti; pasteggiava con la posata o il cibo in una mano e il peperoncino nell’altra… andava e tornava in giornata dal suo paese d’origine, molte decine di chilometri in tutto e quasi mille metri di dislivello.
Francesco, il padre di mia nonna materna, era così; i paesani gli avevano appioppato il soprannome di “senza coscienza”, poi semplificato in “coscienza”, certificando così la sua stranezza e stramberia.
Durante l’ultimo soggiorno al paesello vengo a sapere per caso che il bisnonno Coscienza era anche un insuperabile raccontatore di storie e che nonostante avesse frequentato solo la prima elementare sapeva scrivere e aveva compilato interi quaderni con le sue fantasie, racconti e osservazioni della realtà. Pare che abbia addirittura scritto diverse volte al sindaco per sottoporgli problematiche, osservazioni e soluzioni rispetto a quanto a suo avviso in paese non andava bene.
Nessuno ha conservato nulla di questa corrispondenza e dei suoi quaderni; mia madre e sua sorella di due anni più giovane ricordano appena e con malcelata commozione i lunghi racconti a puntate del loro nonno.
Rimanendo così tanti giorni in campagna coi suoi operai, dicono, doveva per forza ingegnarsi per passare il tempo, che è quindi diventato fantasia, capacità e gioia di narrare.
Anche il mio bisnonno doveva avere gli occhi abituati al buio e io come lui amo passeggiare di notte nonostante la disabilità visiva. Non sono un bravo raccontatore orale, ma mi piace scrivere; e poi sono un po’ carbonaro, tra carbonaro e carbonaio…
Fino a qualche anno fa mi capitava di passeggiare in campagna, nella zona che sapevo esser stata frequentata dal bisnonno: impervia, boscosa e lontano da tutto, eppure tranquilla e familiare.
Sarebbe bello tornarci ora col bastone bianco, di notte.

(19/07/2017)

ultimo aggiornamento: 04/2021

e-mail: franco.frascolla(at)gmail.com

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