logo di dialetto viestano (foto scattata il 24/12/2004)

home dialetto viestano libri letti su spotify ricordi sonori

Sei in: home - dialetto viestano - sottùo.

Sottùo!

Era questo il richiamo del raccoglitore ambulante di morchia.
Passava un paio di volte l'anno per le strade di Vieste, forse fino alla metà degli anni '70 del secolo scorso; in seguito non ricordo d'averlo più sentito, anche se io stesso sono stato poco presente in paese.
Non so come fosse vestito, che sorta di contenitore si trascinasse dietro e se si spostasse utilizzando qualche tipo di veicolo; ero bambino e anche se attratto dalla curiosità mi fossi affacciato al balcone di casa, difficilmente avrei potuto cogliere dettagli significativi a causa della mia disabilità visiva già piuttosto marcata.
Immaginavo le solerti massaie viestane affrettarsi a dissotterrare gli scarti di fritture e i fondi dei contenitori dell'olio dai recessi domestici e calarli nei cestini appesi a delle cordicelle fino alle mani sicuramente un po' unte dell'ambulante.
Chissà se le massaie ricevevano qualche compenso, se erano loro a pagare l’ambulante per il servizio offerto o se si trattava di uno smaltimento gratuito per la cittadinanza, mentre il raccoglitore a domicilio veniva ricompensato dei suoi committenti.
A me resta il ricordo della voce stentorea e del richiamo insistente, bitonale, un po' strascicato e vagamente inquietante.
Una riminiscenza squisitamente acustica, intrisa di ineluttabile fatalità, come l’ambulanza che si comincia a percepire in lontananza e che pian piano s’avvicina, mentre speri che non si fermi proprio sotto la tua finestra. E poi, una volta raccolto l’olio malato, riparte alla volta di altri residui impuri, allontanandosi in un decrescendo d’ansia e sgomento.
Il richiamo bitonale si ripete insistente, lamentoso e alternato: alto-basso-alto, poi basso-alto-basso; durante le pause è facile immaginare il cenno proveniente da qualche finestra o balcone e un cestino che scende appesantito e risale poi con agilità e sollievo.
Risento questo richiamo ogni volta che arrivo al fondo della bottiglia e della latta d’olio; l’olio di frantoio, non quello imbottigliato industrialmente, filtrato e limpido come un flacone di detersivo.
Sottùo! - gridava il riciclatore ambulante di mezzo secolo fa; io riuscivo solo a sentirlo, ma lui sarebbe durato meno del mio udito e della mia vista.
Da lì a poco ci fu l’epifania degli arrotini con gli altoparlanti e gli annunci registrati in loop.

(24/11/2020)

ultimo aggiornamento: 12/2020

e-mail: franco.frascolla(at)gmail.com

[questo sito non utilizza cookie e non effettua alcun tipo di tracciamento dei visitatori]